Il cinema Imperia si riempie, qualcuno resta in piedi, anche se forse le folle dei tempi d’oro non si vedono. Il Pdl di Palermo c’è, ad ogni modo, e arriva ad ascoltare Angelino Alfano che tira la volata a Massimo Costa. I mal di pancia delle scorse settimane dentro al partito non sono un segreto, se n’è letto abbondantemente anche sui giornali. Certe operazioni di taglio netto verso il passato, tipo fuori gli assessori degli ultimi vent’anni, sono risultate indigeste a qualcuno. Ma Alfano detta la linea con chiarezza: “Massimo Costa è il migliore candidato e noi lo sosteniamo. La sua partita è la nostra partita”. Applauso. Un altro, più deciso, accompagna però lo scatto d’orgoglio del segretario, che sul palco accanto al candidato sindaco dice: “Hai detto che i partiti sono morti. Io da segretario di un partito ho un’opinione diversa, noi siamo vivi e saremo il primo partito di Palermo”.
Alfano rammenta ai suoi che la partita è cosa seria. E non le risparmia a Raffaele Lombardo: “Quanto ha a cuore Palermo? Zero. Se uno sceglie un candidato perché lo ritiene il migliore per la città, come fa a lasciarlo perché noi gli diciamo: hai ragione, è lui il migliore? Il bene di Palermo non c’entra niente in questa scelta che ha il sapore della vecchia politica”. Su Lombardo si spara ad alzo zero. Il segretario, con i giornalisti definisce il suo governo “una parentesi tragica” da chiudere al più presto. Quindi sì al voto anticipato, magari, aggiunge, con la “coalizione dei moderati”, quella che ha preso corpo a Palermo con Udc e Grande Sud. Bisogna trovare “un bravo candidato presidente della Regione e una coalizione omogenea” per evitare scempi come lo spreco dei fondi europei.
Intanto, però, ci sono le amministrative alle porte. “Per ogni città siciliana – sottolinea Alfano parlando con i cronisti – abbiamo alleanze differenti: basta guardare quello che accade a Trapani, Palermo, Agrigento e grossi centri della provincia di Catania per rendersi conto che le elezioni amministrative non hanno un connotato politico”. A Palermo tutti per Costa, insiste Alfano: “Non è iscritto al Pdl. Viene dalla società civile e ha l’energia del giovane e la maturità dell’adulto”. L’ex presidente del Coni dal canto suo sul palco riconosce al Pdl “il coraggio di avere scelto di sostenere una candidatura civica per il bene di Palermo” e attacca i competitor: “I loro programmi sono irreali, li smonteremo”.
In platea la folla dei candidati al Comune e alle circoscrizioni. E i big di partito, da Enrico La Loggia a Salvatore Iacolino, da Dore Misuraca a Simona Vicari. Tra gli altri si rivede anche Stapino Greco. Non c’è Renato Schifani, “che sa interpretare il suo ruolo istituzionale, a differenza di… no, non lo dico. Comunque l’ho sentito stamattina e vi saluta tutti”, dice Alfano alla platea che applaude. C’è anche Guido Lo Porto, che accompagna il nipote candidato. Ma non era andato da quelli dell’Mps?, fa notare qualcuno spaesato. Francesco Cascio scherza alla fine: “La musica all’inizio era troppo moscia, per fortuna Angelino e Massimo hanno riscaldato l’ambiente”. Per la cronaca si trattava di Sergio Cammariere, scelta musicale che Ciccio Scoma rivendica con orgoglio.
Fra Costa e Alfano abbraccio e bacio finale. Il messaggio del segretario al partito è chiaro: i nostri destini sono legati a quelli del candidato. Tanto più con le regionali alle porte.
