"Partecipate, costi e pochi servizi| I conti non sono in ordine" - Live Sicilia

“Partecipate, costi e pochi servizi| I conti non sono in ordine”

"I palermitani vivono un incubo e gli stessi documenti dell’amministrazione lo confermano. Pochi servizi, fatti male e a costi elevatissimi, troppi sprechi e inefficienze, con cda incapaci di imprimere una reale svolta".

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Costi degli ultimi 5 anni

PALERMO – Un costo che in 5 anni sfiora 1,3 miliardi di euro, oltre 5 mila dipendenti, servizi spesso carenti ma soprattutto conti non in ordine. E’ drammatica la situazione delle società partecipate del comune di Palermo, così come emerge dal dossier presentato oggi alla stampa dal consigliere comunale Filippo Occhipinti. Oltre 40 pagine fitte di numeri e tabelle che illustrano lo stato delle aziende e che, nelle intenzioni del consigliere di opposizione, smentiscono le rosee previsioni dell’amministrazione.

“Il sindaco e i suoi assessori ci parlano da anni di un mondo incantato, di un Comune senza più problemi e con aziende dai conti in ordine – ha detto Occhipinti – abbiamo dimostrato, numeri alla mano, che non è così. I palermitani vivono un incubo e gli stessi documenti dell’amministrazione lo confermano. Pochi servizi, fatti male e a costi elevatissimi, troppi sprechi e inefficienze, con cda incapaci di imprimere una reale svolta. Il sindaco farebbe bene a mandare tutti a casa e, un minuto dopo, a dare le dimissioni. Basti pensare che il tanto sbandierato utile di tutte le aziende, prova secondo il sindaco del cambio di passo, è in realtà un artificio contabile – ha spiegato Occhipinti – Amg è in attivo solo grazie a una transazione che però il prossimo anno non si ripeterà e Amat solo grazie ai minori fondi per i rischi legali. Insomma, dei trucchetti contabili per consentire le ricapitalizzazioni che saranno pagate dai palermitani con nuovi mutui che peseranno sui nostri figli: anziché tagliare gli sprechi e migliorare i servizi con l’efficienza, il sindaco mette la polvere sotto il tappeto e le mani nelle tasche dei cittadini. Il Comune di Palermo non è mai stato a rischio dissesto, il problema erano e rimangono le partecipate”.

Negli ultimi cinque anni il valore dei contratti di servizio ha sfiorato 1,3 miliardi di euro. Nel bilancio 2015 sono stanziati oltre 290 milioni di euro solo per le aziende, somma che sfiora il 40% dell’intera spesa corrente. Gli occupati dalle partecipate, al 31/12/2014, sono 5.113, a cui si aggiungono gli 8.360 (7.360 di ruolo e 1014 non di ruolo) dipendenti del Comune e i circa 1.600 della Reset per un totale di oltre 15 mila dipendenti.

“Orlando ha usato i palermitani come bancomat, al pari di chi lo ha preceduto – ha spiegato il consigliere -manca una visione di insieme anche perché mancano i documenti: la Reset non ha neanche presentato una semestrale e non potrà rispettare gli impegni presi, visto che si è anticipata l’entrata in servizio di 650 dipendenti, anche se va riconosciuto l’ottimo lavoro del presidente Perniciaro. Palermo Ambiente e Sispi sono solo costi, senza alcun vantaggio per i cittadini, tanto che proponiamo per la seconda lo scioglimento e l’internalizzazione del servizio con relative professionalità. Riguardo le altre aziende, in tutte si segnalano partite straordinarie consistenti, poca attenzione al rispetto del principio della prudenza, ricavi vari non ripetibili nel tempo, elevati contenziosi, partite di credito e debito con il socio Unico Comune e ricorso al sistema bancario”.

L’operazione Aps costerebbe circa 4 mila euro al giorno di perdite e Amap è in attivo grazie a una partita straordinaria, presentando 100 milioni di crediti difficilmente esigibili; il Comune non ha risposto alla richiesta di adeguamento del contratto da 1,7 milioni. Amat chiude in utile di appena 76 mila euro, dopo anni di perdite consistenti, per l’effetto combinato di sopravvenienze attive per 2,6 milioni e della sparizione degli accantonamenti da rischi per contenzioso e altri rischi che nel 2013 ammontavano a 2,8 milioni. La semestrale registra una perdita nei primi sei mesi del 2015 di circa 4,9 milioni, che proiettata alla fine del 2015 può determinare una perdita di oltre 10 milioni di euro. “Rap si autocertifica, a fine esercizio, il costo del servizio di igiene ambientale – continua Occhipinti – in pratica il Comune paga quello che la Rap chiede, senza controlli e verifiche a priori e in barba al contratto di servizio. Per il 2015 c’è per questo un buco da 6,6 milioni di euro mascherato con costi inesigibili. Il contratto fa acqua da tutte le parti perché non prevede penali nel caso che la società, come accaduto nel 2014, e si ripetere per il 2015, non svolga tutta la manutenzione strade e marciapiedi prevista, a danno dei palermitani e dei servizi. La semestrale è priva delle previste certificazioni del Collegio Sindacale e dell’organo di revisione. Amg è in utile solo per contenzioso Saipem”.

 

 

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