Il direttore scrive a Crocetta: | "Libera l'orchestra sinfonica" - Live Sicilia

Il direttore scrive a Crocetta: | “Libera l’orchestra sinfonica”

Un direttore d'orchestra scrive al presidente della Regione. La lettera.

La lettera
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PALERMO- Si può liberare Mozart dalla paura contingente dell’assenza di denaro? Tutti i grandi musicisti, in fondo, hanno avuto problemi di sussistenza. La necessità di sopravvivere non si legge nello spartito dell’Eroica di Beethoven o nella Sinfonia Classica di Sergei Prokofiev. Eppure la preoccupazione non è mai assente dalle ragioni profondissime dell’arte. C’è sempre la materia, con la pancia, accanto allo spirito. Di Rossini, Teophile Gautier scrisse: “Ha l’anima in cucina”. Dunque, il tema posto da Micheal Balke, giovane direttore d’orchestra tedesco che ha scritto una lettera al presidente Crocetta, non è nuovo, ma, dati i tempi, assume sfumature di vero dramma.

La settimana scorsa ho avuto il piacere e la fortuna di dirigere l’Orchestra Sinfonica Siciliana – scrive Balke – con la quale ho passato alcuni giorni di intenso lavoro e di grandi soddisfazioni. So benissimo che molte parole sono state già dette in merito, ma mi permetta di dare anche il mio sostegno a questa meravigliosa istituzione, che si trova in una difficile situazione economica. Durante il mio impegno con l’orchestra, ho conosciuto musicisti di grande talento che con tanta dedizione si impegnano e suonano al loro meglio per regalare alla già bellissima città di Palermo la positività e la bellezza della musica. Nonostante i loro sorrisi e la sincera cordialità non posso nascondere di avere intravisto spesso tanta preoccupazione; per molti si pone da mesi la domanda di come pagare il prossimo affitto e mantenere le loro famiglie. L’arte più bella e più espressiva nasce quando si lascia parlare l’anima. Ma come si può farlo quando l’anima è piena di preoccupazioni e paure? Mi auguro con tutto il cuore che questa orchestra, che ha un potenziale enorme ed è ricca di sublime musicalità, possa essere liberata al più presto dalle tante inquietudini e che i musicisti si possano concentrare per il vero fine: fare musica”.

Tema davvero cruciale, come si vede, soprattutto perché pone tutti davanti a un bivio. In giorni di carestia, pane e companatico sono concetti totalizzanti o c’è bisogno di altro? Sopravvivere senza alcuna nozione di bellezza significa vivere? (rp)

 


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