Il candidato è sotto processo| Scoppia un caso nel centrosinistra - Live Sicilia

Il candidato è sotto processo| Scoppia un caso nel centrosinistra

Settimo Trapani, candidato alla presidenza della settima circoscrizione di Palermo e presentato durante la convention di Ferrandelli al teatro Zappalà, è imputato a Palermo nel processo al deputato regionale Franco Mineo. Il nome di Settimo Trapani viene fuori anche dalle intercettazioni dell'inchiesta “Eos” della procura e dei carabinieri di Palermo e nelle indagini della Dia
PALERMO. Trapani imputato e sostenuto dal Pd
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Il Pd scivola su un altro “Trapani”. Dopo Francesca, la rappresentante di lista di Fabrizio Ferrandelli che alle primarie del centrosinistra avrebbe fatto incetta di certificati elettorali allo Zen, adesso scoppia il caso di Settimo Trapani, 46 anni, candidato alla presidenza della settima circoscrizione (Arenella, Vergine Maria, Pallavicino, Tommaso Natale, Sferracavallo, Partanna Mondello, Mondello) che è imputato a Palermo, nel processo in cui l’inquisito eccellente è il deputato regionale Franco Mineo. Trapani è stato presentato nella convention di Ferrandelli al teatro Zappalà dove si è impegnato nel “proseguire una lotta già avviata da cinque anni contro l’illegalità in una zona di Palermo tutt’altro che semplice”.

Lui, infatti, è stato già eletto consigliere alla settima circoscrizione nelle fila di Forza Italia, salvo poi cambiare casacca e passare nel gruppo del Pd il 19 novembre 2007. Perché nel frattempo qualcosa è cambiato. Trapani è stato a lungo braccio destro di Franco Mineo, autentico ras delle preferenze proprio nei quartieri Acquasanta e Arenella, e proprio a causa sua è finito nei guai. È stato, infatti, rinviato a giudizio con l’accusa di malversazione in concorso con Mineo. Trapani era il presidente dell’associazione “Caput Mundi”, attraverso la quale Mineo avrebbe fatto transitare migliaia di euro che, invece di finire a sostegno delle famiglie del quartiere, avrebbero foraggiato le sue campagne elettorali.

Ma Trapani, dal primo momento in cui è stato tirato in ballo nella vicenda, ha subito reagito accusando Mineo di averlo usato, inducendolo a distrarre il denaro. Settimo Trapani ha chiesto di essere sentito in procura e ha messo a verbale di essere “vittima delle manovre di Mineo, è lui che mi ha messo in mezzo”. Trapani, in sostanza, ha ammesso di essere un prestanome del politico. Ha raccontato come la rottura si sia consumata nel 2006. “Mineo mi chiese di fare campagna elettorale per Gianfranco Miccichè – racconta – mi rifiutai. E questo lo fece arrabbiare molto, anche perché poi Miccichè ebbe all’ Arenella un numero di voti inferiore a quanto previsto”.

Ma non è finita qui. Il nome di Settimo Trapani viene fuori dalle intercettazioni dell’inchiesta “Eos” della procura e dei carabinieri di Palermo. Dalle carte risulta che Trapani si volesse incontrare con lo “Zio Totò”, alias Salvatore Lo Cicero, allora capo della famiglia mafiosa dell’Arenella. Nulla di penalmente rilevante, anche se Lo Cicero è stato condannato a 14 anni per associazione mafiosa.

La figura di Trapani viene meglio delineata dall’indagine condotta dalla Dia che ha portato alla sua incriminazione. Settimo Trapani, infatti, risulta presente a un incontro del 13 novembre 2006 all’agenzia “Progress assicurazioni” di Mineo. Poco dopo le sette di sera arriva una persona, accolta da Mineo: “Vuoi entrare Angelo … puoi entrare” dice il politico. I due si appartano e parlano dell’affìtto dei locali del Bar Esedra e delle dichiarazioni del pentito Angelo Fontana. Per gli investigatori non c’è dubbio: l’Angelo citato è Angelo Galatolo, appartenente allo storico casato di mafia dell’Arenella. Alla fine del colloquio, Mineo e Galatolo si salutano e il politico parla con Settimo Trapani:

Mineo: “Comunque, siccome noi abbiamo accertato purtroppo che … col mare magnum… di tutte cose… io, nell’obbligo che ho nel fare… quel progetto nostro, devo tenere queste cose calme, è vero oppure no?

Trapani: Si! Ma…

Mineo: Tu invece devi parlare con quattro “fanghi” … praticamente sono tutti che … ho finito adesso di parlare con Galioto, gli ho detto… qualche speranza per l’assessore… nella presidenza… ma non lo dobbiamo dire… che sono andati a casa dei Galatolo a mangiare… a stringersi la mano

Trapani: Ma che sono “locchi”?!

Mineo: Per telefono… no

E Trapani concludeva dicendo che “lui non gli avrebbe mai telefonato…”.


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