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E che ci faccio col primario?

Sanità, il problema delle "ricollocazioni"
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La fase intermedia della riforma sanitaria, si sa, porta con sé non pochi strascichi, tipici dei momenti di transizione. Tra le aziende ospedaliere dell’Isola, per esempio, superata la fase degli accorpamenti di numerosi reparti, ricoprono ancora il loro ruolo diversi primari, che dividono la poltrona coi colleghi a capo dei reparti unificati al loro. La riforma prevede che i medici nelle posizioni apicali siano allocati altrove, “Ma i processi di ricollocamento non sono ancora stati avviati – precisa Enzo Massimo Farinella, segretario regionale della Cisl medici – I reparti sono stati accorpati, ma tutte le figure apicali sono ancora mantenute”.

Il percorso obbligato a questo punto passa per l’acquisizione dei curriculum dei primari. In base ai titoli verrà stabilito chi manterrà la posizione apicale in reparto e chi, invece, andrà ricollocato. Ma l’accordo tra l’assessorato e i sindacati prevede che sia garantito il compenso ai primari per 24 mesi. “In questo lasso di tempo – spiega ancora Farinella – per i primari rimasti senza reparto sarà possibile ricoprire i posti apicali che intanto si saranno liberati. È evidente che non tutti potranno essere ricollocati con questa modalità e la legge non prevede la mobilità per le figure apicali. Come Cisl medici, in realtà, abbiamo sollevato la questione, ritenendo che sarebbe uno spreco non dare la possibilità ai primari di essere inseriti in altre aziende ospedaliere, diverse da quelle di provenienza. Sappiamo che dall’assessorato regionale stanno valutando l’ipotesi con gli uffici legali”.

Secondo Farinella, “attualmente in nessuna azienda sanitaria, o quasi, si è già provveduto alla ricollocazione. Sono stati identificati i posti da coprire e in questo momento sono in corso le valutazioni su titoli e curriculum”.

Insomma, il dato di fatto è che molti primari per i prossimi due anni continueranno a percepire in busta paga, in media, un migliaio di euro in più rispetto ai colleghi che lavorano in corsia, pur non facenti funzione. “Vigileremo sulla situazione – commenta Renato Costa, segretario regionale della Cgil medici – augurandoci di non dover assistere a nuovi concorsi per ruoli apicali a fronte della possibilità di ricollocare chi ha avuto accorpato il reparto che guidava”.


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