Tornano e si schiantano | dopo il colloquio mancato - Live Sicilia

Tornano e si schiantano | dopo il colloquio mancato

Lo scontro fatale sulla A3
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Francesco doveva vedere le sue bambine, aveva scritto una lettera alla moglie per questo. Adesso non le vedrà mai più”. A parlare è la cognata di Patrizia Cirlincione, la donna morta assieme ad altre quattro persone, ieri, sulla Salerno-Reggio Calabria. La signora racconta tra le lacrime, dalla sua casa vicina a quella dove viveva l’intera famiglia, nel rione di case popolari allo Sperone di Palermo. Francesco Cardella è in carcere. Arrestato per spaccio di hashish, a seguito di un blitz nel rione da parte delle forze dell’ordine. Da Paola, in provincia di Cosenza, era stato trasferito di nuovo a Palermo per il processo, poi nuovamente nel carcere di Paola. Così la famiglia si era messa in macchina fino a Cosenza. Ma al loro arrivo, mancava un nullaosta: un documento che non ha consentito alla famiglia di incontrare Cardella. Così sono subito tornati indietro, trovando però la morte sulla Salerno-Reggio Calabria.

L’uomo, secondo le parole dei familiari, soltanto poche ore fa ha avuto notizie dell’incidente e della sorte della piccola Lucia, venuta a mancare questa notte in ospedale. Patrizia, la sorellina è morta sul colpo. Le sue figlie Lulù e Patti, come si legge su un portafoto, sopra i loro sorrisi e i capelli biondi, avevano otto e due anni. “Patrizia, che era la nonna, faceva di tutto per le sue nipotine, non gli faceva mancare niente. Ha lavorato come donna delle pulizie al Buccheri La Ferla”, spiega una vicina. Patrizia aveva anche altre due figlie. Debora di 18 anni e Elena di 10, che continua a stringere a sè un pupazzo guardando la zia parlare con i giornalisti. “Non hanno più una madre. Adesso c’è confusione, ma la cosa peggiore sarà quando su quella casa cadrà il silenzio”, aggiunge ancora la cognata di Patrizia.

La madre di Lucia e Patrizia, Antonella Laurendino, di 25 anni, si trova all’ospedale di Polistena ed è ancora in coma farmacologico: le hanno asportato la milza ha il bacino spostato e le braccia rotte. “Ha superato la notte – spiega la cognata – ma i medici non si vogliono sbilanciare. Speriamo solo che Francesco pensi a sua moglie e non faccia sciocchezze”. “Mio nipote andava a cinquanta” continua la donna. L’auto sulla quale la famiglia viaggiava, un suv, si è scontrata con un autoarticolato sulla A3. Nello schianto sono morti anche Francesco Laurendino, fratello di Antonella, di 27 anni che lavorava al mercato ortofrutticolo, e Gianluca Riolo di 22, che faceva l’elettricista: “Un ragazzo dolcissimo”, lo ricorda un amico del quartiere.

Presto le salme dovrebbero tornare nel capoluogo siciliano. Adesso la famiglia ce l’ha con quello Stato che non ha permesso che avvenisse il colloquio, che non ha permesso a Lulù e Patti di vedere il loro padre. “Ci sono intere famiglie – continua la donna – che non possono essere spezzate, non è possibile essere sballottati da una parte all’altra. Si sbaglia e si paga, è giusto. Ma non con la vita”.

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