Disagi, lamentele e folla | Ecco l'Ospedale dei Bambini - Live Sicilia

Disagi, lamentele e folla | Ecco l’Ospedale dei Bambini

Si sieda qua e stia a guardare. Vale molto più delle mie parole”. Ecco cosa dicono i medici dell’Ospedale dei Bambini di Palermo. In chirurgia come al pronto soccorso e nelle sale di osservazione. Dove la carenza di personale rischia di “far crollare tutto”, dove i cittadini si recano in massa e dove i bambini, ricoverati anche in corridoio, rischiano di ammalarsi.

“L’operazione di mio figlio è avvenuta questa mattina. È stata rimandata solo una volta, ma una signora è dovuta tornare a casa tre volte da ottobre, perchè subentravano interventi d’emergenza”, racconta una madre in sala d’attesa. Il reparto di chirurgia pediatrica, infatti, si regge su un equilibrio più che mai fragile. “Manca il materiale necessario: cerotti, cotone..” si sfoga subito un infermiere. Ma questo sembra solo un piccolo dettaglio di fronte alle prospettive disegnate da Mario Calì, medico di guardia: “Siamo solamente in sei – dice – ci sono medici che fanno anche sette notti al mese, quando il massimo è di cinque. Se qualcuno si ammala qui c’è il rischio di chiudere. Dovrà venire meno il reparto o la sala operatoria, oppure saremo costretti a eseguire solo gli interventi di emergenza”.

La conversazione si interrompe, un bimbo sta male. “Stia qui ad osservare cosa succede” invita il medico. Un bambino che soffre di leucemia ha bisogno di una sacca di plasma, ma non ci sono mezzi disponibili. Dopo una serie di telefonate la situazione si risolve, il plasma dovrebbe arrivare e la conversazione riprende. Qui, dicono, le strutture potrebbero anche garantire un servizio migliore, ma manca il personale medico, un personale che sia qualificato: “Abbiamo due sale operatorie – continua il dottore Calì – ma ne possiamo usare solo una. Facciamo 1200 interventi l’anno e poche strutture al Sud riescono a fare altrettanto. Elemosiniamo un chirurgo che sia capace”. In questo reparto anche il posto di primario è vacante: “Abbiamo un primario ‘facente funzione’, di nomina temporanea, ma non viene emesso un bando da circa tre anni”. Il discorso viene interrotto più volte per le chiamate dalla corsia, mentre gli infermieri corrono da una parte all’altra. Ecco perchè è difficile spegnere le lamentele: “Siamo sempre a lavorare – riprende il dottore Calì – non c’è nessuno qui dentro che si ‘gratta la pancia’, nessuno di noi lo può fare. É logico allora che un intervento di routine debba lasciar spazio alle emergenze”. Poi il medico si interrompe, e risponde al telefono: “Da un altro reparto ci hanno chiesto un po’ di coperte” spiega, mentre entra nella stanza un altro dottore. Sono ormai le otto, ma più tardi li aspetta ancora un altro intervento operatorio.

Al reparto di malattie endocrino-metaboliche e nella corsia di osservazione breve, ma non solo, sono invece i posti letto a mancare. “Qua c’erano barelle in corridoio fino a ieri – spiega una giovane madre al reparto di malattie infettive – Il problema è suddividere i bambini secondo le malattie: mio figlio – continua – è venuto qua per una faringite, adesso ha un virus allo stomaco”. Stessa situazione all’osservatorio breve dove ci sono sedici letti, altri otto in corsia. “Mia figlia aveva un trauma cranico. Stiamo in corridoio, utilizziamo il bagno comune, ma qua ci sono bambini con la bronchite e credo che domani la porterò a casa. Che vuole, siamo in Sicilia – commenta un’altra donna che passeggia per il corridioio con la sua bimba in braccio – Questo ospedale si occupa di curare un largo numero di patologie, cosa facciamo, rimandiamo a casa i bambini?” chiede retorica un’infermiera.

“Pensa che sia piacevole chiedere a un genitore se è disposto a far ricoverare il proprio figlio in corridoio? No, ma siamo costretti, perchè certe malattie le curano soltanto qui. E il problema è anche smistare i bambini con le diverse patologie in modo che non ci siano contagi”, aggiunge un medico del pronto soccorso. Qui sono da poco passate le otto e la sala di attesa è affollatissima. “I pediatri di base – continua la dottoressa – staccano alle otto e ricevono solo per appuntamento. La guardia medica si occupa per lo più di adulti e le persone si rivolgono qui, dove l’assistenza è garantita ventiquattro ore su ventiquattro ed è gratuita”. Anche lei invita a osservare che tipo di emergenze le vengono sottoposte perchè capita spesso che “passa solo mezz’ora da quando il bimbo inizia ad avvertire un po’ di febbre e i genitori lo portano qui”. Intanto un’infermiera la informa che alle due astanterie dell’ospedale sono rimasti liberi solamente tre letti.


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