La marcia dei diecimila|dice 'no' alla riforma Gelmini - Live Sicilia

La marcia dei diecimila|dice ‘no’ alla riforma Gelmini

La protesta a Palermo
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“Voi bloccateci il futuro, noi blocchiamo la città”. Gli studenti scesi in piazza questa mattina contro la riforma Gelmini, con cortei spontaei e presidi, sui binari della stazione Centrale e per le vie del centro, erano circa 10.000. Due i cortei principali che hanno sfilato tra le strade del centro, partiti da piazza Croci e dalla stazione. Inoltre due presidi degli “Studenti in Movimento” hanno animato le vie della città: uno si è organizzato in sit-in in via Lincoln, l’altro si è mosso dall’ex provveditorato di via Praga fino alla sede della Rai. Tutti i punti di raccolta sono stati raggiunti dagli studenti a partire dai propri istituti, anche occupando le strade e bloccando il traffico durante il tragitto.

Da piazza Croci è partita la “Rete dei collettivi studenteschi“, proseguendo per le strade del centro storico in uno zigzagare continuo e pacifico: hanno raggiunto il porto, dove hanno bloccato i cancelli, hanno proseguito quindi per via Crispi e sfilato davanti alla Prefettura. Una marcia che si è snodata attorno al Politeama, anche per le vie secondarie, invadendo le strade già occupate dalle macchine in fila, paralizzate. Gli studenti hanno continuato a marciare fino alle 13, quando hanno formato un presidio, intasando gli incroci di piazza Politeama proprio all’ora di punta. Tra le scuole scese in piazza l’Ipsia “Ernesto Ascione” di Borgo Nuovo, dove “crollano i cornicioni, la palestra è inagibile” e dove “i laboratori se non vengono finanziati non vanno avanti” ha raccontato Marco, rappresentante, che ha aggiunto: “stiamo avviando un progetto di co-gestione con i professori che sostengono la protesta”.

E ancora l’I.T.C. “Ferrara” e l’Istituto magistrale “Finocchiaro Aprile“, entrambi in autogestione, oppure il linguistico “Ninni Cassarà” che, pur essendo un istituto paritario,ha visto alcuni suoi studenti in piazza “per solidarietà – spiega Agnese, una rappresentante – e perchè la riforma tocca l’Università, quindi ci riguarda”.

In piazza anche il “Vittorio Emanuele III“, occupato, dove gli studenti stanno “stilando, inseme ai professori, un documento che contiene le ragioni della protesta” spiega uno studente. Hanno sfilato anche gli studenti del liceo scientifico “Albert Einstein”, occupato da lunedì, insieme ad alcuni loro inseganti: “Stiamo accompagnando i nostri ragazzi – spiega una professoressa – perchè vogliamo tutelarli. Protestano per una buona ragione. Sono scesi in piazza perchè stanno violando la dignità delle persone. È giusto sostenerli”.

“In seguito ai tagli non abbiamo più materiale didattico” afferma Giuseppe, rappresentante del liceo artistico “Eustachio Catalano”, occupato. “Fisseremo delle riunioni con genitori e docenti e anche dei gruppi di informazione sulla riforma” spiega Carlotta, rappresentante del liceo classico “Giovanni Meli”, occupato, come anche il liceo classico “Giuseppe Garibaldi“, che se non rimarrà il solo, dovrebbe portare avanti l’occupazione fino alla fine del mese. “Siamo tantissimi e siamo da soli, siamo solo studenti. Non ci sono i sindacati come due anni fa” spiega Riccardo Zerbo, studente del Garibaldi, che precisa come “scendere in piazza è già fare politica. In greco significa ‘conflitto, confronto’. C’è sempre una politica dietro le proprie opinioni. Ma restiamo comunque apartitici”.

Giunti alle poste di via Roma, prima di fermarsi in Piazza Politeama, il corteo della “Rete dei collettivi studenteschi” è stato raggiunto dal “Coordinamento degli universitari in lotta“, che proveniva dalla stazione centrale. Lì, attorno alle dieci di questa mattina la “Rete degli studenti medi” e gli studenti universitari hanno bloccato i binari. Il presidio è divenuto poi un corteo che ha poi marciato verso Palazzo dei Normanni, composto da universitari “Indisponibili” e studenti medi. Dai megafoni gli studenti avvertono: “Oggi abbiamo bloccato la città, ma continueremo a farlo anche nei prossimi giorni”.


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