Cinquecento anni| al gotha della mafia - Live Sicilia

Cinquecento anni| al gotha della mafia

La sentenza della corte d'appello di Palermo
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Dopo 12 ore di camera di consiglio, nella notte,  è arrivata la sentenza. Sono quasi 500 gli anni di carcere inflitti dalla quarta sezione della corte d’appello di Palermo al processo “Gotha”, dal nome dell’operazione eseguita nel giugno del 2006 che ha decapitato il triumvirato Rotolo-Bonura-Cinà che comandava su Palermo, in condominio con Salvatore Lo Piccolo. Una coestitenza che non poteva durare e stava portando a una guerra, sventata proprio grazie agli arresti della squadra mobile.

Nino Rotolo, il vertice del Gotha, ha avuto 9 anni in più e in totale dovrà scontare 29 anni per mafia ed estorsioni. Il suo consigliere Franco Bonura 23 anni (tre in più del primo grado). Il boss di Brancaccio Giuseppe Savoca è stato condannato a ventisette anni. Pierino Di Napoli, capofamiglia della Noce, a 20 anni (15 in primo grado). Il vecchio Gerlando Alberti ha avuto 8 anni così come Filippo Annatelli, capomafia di Altarello: entrambi erano stati assolti in primo grado. Il latitante arrestato di recente, Gianni Nicchi, figlioccio di Rotolo, incaricato di compiere l’omicidio di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, dovrà scontare 12 anni, tre in meno rispetto alla sentenza di primo grado. Assolto, invece, Nicolò Milano, che in primo grado aveva avuto 7 anni. I restanti 34 imputati hanno avuto fra i 7 e i 4 anni di carcere.

Il collegio, presieduto da Rosario Luzio, nel giudizio ha utilizzato il meccanismo della continuazione con precedenti sentenze che ha riguardato la posizione di una ventina di imputati. La pena è stata aumentata perché rideterminata in seguito ad altre condanne riportate in altri processi.

La indagini della squadra mobile, coordinate dagli stessi magistrati che catturarono Riina e condussero le indagini sulle talpe alla Dda, avevano ricostruito tutto l’organigramma di Cosa nostra grazie alle intercettazioni che si conducevano in un box di lamiera adiacente alla villa del boss Nino Rotolo che si trovava agli arresti domiciliari. Certo che non vi fosse la presenza di cimici, Rotolo lì svolgeva le riunioni con gli altri uomini d’onore.


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